COME SE AVESSI LE ALI – CHET BAKER – MINIMUM FAX
Il trombettista jazz scrive di se stesso in una biografia che lo racconta dalla nascita fino a meta degli anni sessanta. La musica è un filo conduttore ma lo è anche la droga, fino a confondere il lettore su quale sia stata la vera passione centrale dell’artista. Dentro e fuori di galera in America e mezza Europa, compresa l’Italia, e su e giù da un palco con la fedele tromba con la quale ci ha lasciato perle sonore di raro lirismo. L’interpretazione di Funny Valentine rimane tuttora la più commovente nella storia del jazz. Personaggi famosi, Charlie Parker e Miles Davis per esempio, fanno da spalla apparendo e sparendo da un capitolo all’altro. Gli avvenimenti si susseguono come in un sogno o come sotto l’effetto allucinante di una droga. Gli sbirri rimangono sempre i cattivi. Cavalca le esperienze con lucida follia, da un’esibizione elettrizzante a un processo per tossicodipendenza, raggiungendo l’apice tra la metà degli anni cinquanta e i sessanta, dove prova la disperazione come il successo, in un decennio che lo vede diventare anche padre.
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