Titolo originale: Alice in wonderland
Nazione: Usa
Anno: 1951
Genere: Animazione
Durata: 75'
Regia: Clyde Geronimi, Wilfred Jackson
Distribuzione: Buena Vista
“E se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è e viceversa! Ciò che è non sarebbe e ciò che non è sarebbe!”
Questo forse spiega il successo pluri-generazionale di Alice nel paese meraviglie, il cartone animato Disney uscito nel 1954, trasposizione cinematografica dell’ omonimo libro di Lewis Carroll.
Poca retorica, tanta psichedelica, assurdità, personaggi divenuti celebri. Dal cappellaio matto al Bianconiglio, dalla la Regina di cuori allo Stregatto ma Alice è soprattutto un viaggio assurdo nel mondo dei sogni, dove gli opposti si scambiano e lo stesso concetto di normalità si sfalda sotto i colpi dell’immaginazione. Un mondo che si è moltiplicato nei sogni dei tanti bambini che, ipnotizzati dal film, hanno ricreato il loro paese delle meraviglie sognando avventure nuove o provando a mangiare i piattini di tè come fa il leprotto bisestile.
Rivisto da adulti, contenuti inaspettati e la filosofia di Carroll vengono a galla, e cosi il Bianconiglio è l’uomo moderno indaffarato e impegnato nella folle corsa contro il tempo, il Brucaliffo è una parodia degli intellettuali e soloni dei nostri tempi, il Cappellaio Matto e la sua banda sono i pazzi che non seguono le logiche del tempo. Il viaggio, da ingenuo e spensierato cammino, diventa una matura presa di coscienza, un’ ora e poco più per capire che l’essenza della nostra vita sta nella capacità di sognare, uscire dalla routine quotidiana, fermare il tempo qualche istante per ammirare il mondo capovolto infinitamente grande e piccolo, di Alice.
Giulio Serafino
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