TRANSLATE

lunedì 4 ottobre 2010

UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA


Titolo originale: Deliverance
Nazione:  U.S.A.
Anno:  1972
Genere:  Drammatico, Avventura
Durata: 109 '
Regia:  John Boorman
Cast:  Jon Voight, Ned Beatty, Burt Reynolds, Ronny Cox
Produzione:  RP Films, France 2 Cinéma, Elfte Babelsberg Film
Distribuzione:  01 Distribution


Il duetto banjo/chitarra all’inizio del film è una scena indimenticabile, sospesa tra sogno e realtà, un incontro di vite antitetiche che si fondono in una melodia selvaggia, la calma prima della tempesta che attende 4 amici venuti dalla città per una spensierata  gita tra gli aspri e verdi monti Appalachi in Georgia.
Il piano è semplice, discendere le rapide del fiume Chattooga fino a valle, per godersi un’ ultima volta uno scenario da favola (il fiume è prossimo alla chiusura per la costruzione di una diga) e dimenticare per un pò routine e traffico cittadino.


A guidare il gruppo c’è Lewis, istrionico, spavaldo istintivo, gioca a fare il selvaggio, si espone ad una natura spietata, impervia, claustrofobica, brutale come gli uomini che la abitano.
Gitani crudeli che non conoscono leggi e regole, fusi con la natura circostante in un’orgia animalesca.
Il fiume  scorre, viaggia, porta lontano e intrappola allo stesso tempo. Uscirne vuol dire diventare belve, assassini, uomini che riscoprono la lotta per il bene primario della vita.
Una sfida tra l’individuo civilizzato, sovra strutturato, e la  natura, tra essere e dover essere .
Una discesa negli inferi dell’anima che trasforma il Chattooga in un fiume di sangue e istinti naturali, umani. Una riflessione sulla necessità della violenza come mezzo per ottenere la libertà.
La regia di Boorman è un equilibrio perfetto di azione e racconto. 
Il fiume e la foresta selvaggia sembrano chiudersi sui 4 amici quasi ad oscurare e insieme giustificare la crudeltà isolandola in un luogo senza tempo che asfissia il cervello e imprigiona la ragione.
La fotografia di V. Zsigmond  immortala una natura inquietante e spietata nella sua immobilità voierista.

Giulio Serafino

Nessun commento:

Posta un commento