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lunedì 4 ottobre 2010

NOTTURNO ITALIA

Spero che il tempo quest'anno sia più clemente dell'anno scorso. L'altro inverno siamo stati coperti dalla piogga, dalle nuvole e dalla neve in posti impensabili. Tipo Roma per esempio, dove il manto bianco che cancella le lezioni scolastiche mancava dagli anni '80. I mitici. Tempi nei quali l'odio regnava incontrastato in Italia, fino ai primi convulsi anni '90, quando gli attentati ai due famosi giudici hanno sancito la fine dell'eccesso di violenza. Già perché in quei giorni di sedici anni fa, c'erano le stragi e c'erano uomini pronti a tutti per accontentare le proprie ambizioni. Brame di potere, ossessioni, che un'infanzia felice in una famiglia equilibrata forse avrebbe evitato. Gli anni '80 e '90 ci hanno insegnato che un'incontrollabile spirale di violenza, alla fine, non porta vantaggio a nessuno. Gli eccessi esistono solo nelle utopie e chi tenta di portarle nella realtà alla fine ne subisce le conseguenze. Lo mostra la storia e lo ripetevano i giornali quando uscivano per fare notizia e non per vendere copie. Il brutto della faccenda è che non si è imparato nulla dagli anni passati. L'ignoranza è sempre il pane dei furbi. L'agghiacciante sentimento che governa oggi il politico furbo è che il marcio è venuto a galla ed è diventato implicito nella cultura 'politichese'. Non si oppone più nessuno a uno scandalo, anche perché non si sa più se è vero o se è gonfiato dai giornali di opposta fazione. Ci sono sempre i casi limite, chiaro, quelli lampanti non sfuggono a nessuno ma per il resto, essere sporco, incriminato o sospettato di danno allo Stato oppure farsi gli affari propri con i soldi dei contribuenti, non passa più con forza nell'opinione pubblica. Matt Dillon chiamava una certa gioventù agiata e annoiata come 'figli della tv' nel film Drugstore Cowboy. Quel film è dell'anno '89, a cavallo tra '80 e '90, traslandolo a oggi, politica compresa, che sia l'ennesimo pericoloso revival?

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